Oltre il gusto: il nostro Cioccolato di Modica è una scelta di giustizia e dignità

L’obiettivo di compiere passi in direzione di un’economia civile orienta il cammino della nostra Casa, così come della nostra Cooperativa, da vent’anni.
E da vent’anni lavoriamo affinché i prodotti artigianali, frutto dell’impegno di lavoratori e lavoratrici del nostro laboratorio dolciario, siano alternativa al commercio capitalista, per un commercio invece equo e solidale.
Non ci basta parlare di dolcezza, di tradizione, di qualità artigianale, vogliamo che i prodotti parlino anche di giustizia, rispetto e dignità.
A partire dal Cioccolato di Modica, da sempre metafora della vita di chi ospitiamo nella nostra Casa: l’amaro delle difficoltà, il dolce dell’accoglienza e della ripartenza, anche attraverso il lavoro.
Dietro ogni tavoletta c’è una scelta etica che finalmente, dopo anni di lavoro e di ricerca, siamo riusciti a concretizzare con una nuova massa di cacao, che non confini la sua qualità al gusto ma la allarghi all’impatto sociale che ne deriva.
Abbiamo creato un ponte con il Ghana, attraverso la sinergia con Three Mountains Cocoa, un progetto che riunisce diverse cooperative ghanesi e si impegna nel promuovere una filiera di cacao più sostenibile, in termini di rispetto dell’ambiente, equità sociale ed economica, rafforzando le comunità locali e i diritti di ciascun individuo.
Si tratta quindi di una massa di cacao che nasce dalla terra, ma prima ancora dalle relazioni umane e sociali, sono quest’ultime a dare arricchimento e sostanza affinché quel “ponte” sia solido ben lontano da indifferenza e individualismo.
Abbiamo deciso di guardare oltre i confini delle filiere anonime, di accorciare le distanze, per avvicinarci sempre di più ai coltivatori di cacao, alle loro mani, alle loro storie. In questo modo portiamo avanti i valori di un’economia civile, che non metta al centro il profitto di pochi, ma la dignità del lavoro, il rispetto per la terra, il futuro delle comunità.
Una scelta che si fa invito ad aprire occhi e cuore sul mondo, in cui la solidarietà, come ricorda la Costituzione, è un dovere inderogabile e riguarda la società, l’economia, la politica.
Nel nome di don Pino, cerchiamo il “gusto” a partire da un lavoro cooperativo che ci insegni a essere “noi”, al nostro interno e con il mondo, con un’attenzione ai più fragili, che restano volti e non numeri.
Il significato che diamo all’ essere comunità è anche questo: sviluppare una responsabilità individuale, e poi collettiva, nei confronti di ciò che produciamo, mangiamo, acquistiamo.