La Casa

AIUTARE LA RIPARTENZA, ATTRAVERSO RELAZIONI PERSONALIZZATE

La Casa don Puglisi, gestita dall’Associazione don Puglisi ETS, è una comunità di accoglienza e di sostegno socio-educativo per donne e bambini in situazione di difficoltà sociale, familiare, psicologica. Opera da più di trent’anni con l’obiettivo di aiutarle attraverso relazioni affettive personalizzate a “ripartire” nella vita, riorganizzandosi in modo autonomo e responsabile, con particolare attenzione alla tutela dei bambini e alle capacità genitoriali.

L’accoglienza

Accogliamo donne sole o mamme insieme ai loro figli, con un cammino che vuole essere educativo e che, per questo, richiede precise tappe che aiutano a costruirsi una “casa dentro” e a ripartire: un ingresso che diventi decisione consapevole; una co-progettazione del cammino insieme al nucleo accolto a partire dai bi-sogni (l’aiuto, ma pure i desideri) e attenta anche al lavoro; un’uscita che richiede una rete di famiglie affiancanti e di volontari che siano quell’ala di riserva che aiuta nelle difficoltà di ogni giorno. 

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La Casa garantisce, attraverso un periodo di tempo definito in tappe differenziate, rapportate alla situazione ed evoluzione delle persone accolte, un percorso di crescita e di cambiamento finalizzato ad un livello di autonomia in grado di assicurare la gestione indipendente, consapevole e responsabile della propria vita e del proprio nucleo familiare.

L’accoglienza, in genere residenziale, nel cammino personalizzato può prevedere forme semiresidenziali e articolazioni attente al ricongiungimento familiare.

Su richiesta dei Servizi Sociali comunali, la Casa valuta anche l’accoglienza di donne senza figli ma non è prevista l’accoglienza di donne con dipendenze o problemi psichiatrici gravi.

Essendo l’accoglienza nella Casa di tipo educativo, non sono previste pronte accoglienze; in ogni caso la Casa valuta le possibilità effettive di accoglienza.

È prevista altresì la possibilità di ricevere in regime residenziale o semiresidenziale persone con progetti di Housing e/o Pronto Soccorso Sociale a cura del Servizio Sociale di residenza/domicilio, per contrastare situazioni di grave marginalità, disagio abitativo e sociale di singoli o nuclei familiari.

Le tappe dell’accoglienza vengono curate dall’équipe educativa, composta da tre educatori, un assistente sociale, un coordinatore della logistica e un amministratore anch’essi partecipi dell’educare. Sempre in rete con i servizi sociali e sanitari. Si prevedono anche specifiche consulenze (psicologiche, di terapia occupazionale, giuridiche, ecc.

L’équipe si raccorda costantemente per promuovere e verificare i passi dell’accoglienza. Vi sono anche momenti periodici di supervisione pedagogica con il pedagogista Giordano Barioni e mensili di supervisione psicologica con la dott.ssa Anna Dessì.

I percorsi educativi

Nei percorsi tesi alla ripartenza, la misura di ogni passo viene ritrovata nell’impegno a far crescere le persone con aderenza alla vita e con relazioni sane e adulte, co-progettando insieme il cammino a partire dai bi-sogni (l’aiuto ma anche i sogni).

Cercando il meglio, ma anche dicendo il “vero”, riconoscendo cioè, quando è necessario, limiti e fallimenti ed affrontandoli in modo riparativo, fin quando si può e non si nuoce agli altri.

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Al cuore della Casa don Puglisi vi è la relazione che, per i cristiani, nasce dal cuore di Dio e che, per tutti, si autentica quando ci ritroviamo con gli altri “senza spirito di seduzione e di possesso”. Si cerca, nella relazione, non solo di contenerne comportamenti contraddittori, ma di accompagnarli con realismo e pazienza per favorire crescita e libertà, nella convinzione che “ogni vita merita un romanzo”.

L’accoglienza nella Casa don Puglisi si qualifica in particolare attraverso l’analogia con una grande famiglia in cui si riceve (farsi aiutare è segno di maturità) e si dà.

Nella Casa si lavora, si studia, si preparano pasti, si pulisce, si partecipa ai momenti comuni, si ha cura dei valori più alti della vita, si imparano le responsabilità e il senso di appartenenza che fanno crescere come uomini e donne in relazione, progressivamente capaci di vera ‘autonomia’ e quindi di relazioni ‘vere’.

Insieme al clima della Casa, nei percorsi individualizzati curati dall’équipe professionale, aiutano i volontari e le famiglie affiancanti, per cammini in cui diventa importate la reciprocità.

L’inclusione lavorativa

L’accoglienza di Casa Don Puglisi è orientata alla costruzione del reinserimento sociale.

Le donne ospiti trovano un luogo che, in una prima fase, le protegge, poi le accompagna verso la riscoperta della loro autonomia attraverso il valore del lavoro. È questo il motivo per cui dalla Casa nasce la Cooperativa, con il laboratorio dolciario: imparando a produrre il cioccolato di Modica e gli altri dolci tipici siciliani, le ospiti trovano spazio di nuova vita.

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“L’arca e i talenti” è il titolo di un libro di Luigino Bruni, ci fa pensare al rapporto tra Casa e lavoro come l’arca che ripara e i talenti che si riscoprono accompagnando le nostre donne e mamme nel lavoro. Producendo nei nostri laboratori prodotti di qualità si impara il valore della cura e si esalta l’arte delle mani. Il cioccolato, poi, diventa metafora della vita: l’amaro delle prove, il dolce dell’affetto.

I percorsi di inclusione riguardano le nostre mamme, ma anche giovani in cerca di un lavoro dignitoso e stranieri che così anche si integrano nel nostro tessuto sociale.

Un diritto il lavoro, ma anche un motivo di dignità e un dovere per “contribuire al progresso materiale e spirituale del Paese” – come leggiamo nell’articolo 4 della Costituzione.

Un lavoro cooperativo, in cui si pratica la mutualità e la corresponsabilità (art. 45 della Costituzione). Un lavoro attento ai diritti di tutti, attraverso il commercio equo e solidale, e alla sostenibilità del pianeta.

La casa per la città

La Casa don Puglisi ha una sua architettura: in basso la cappella, che suggerisce come Dio sostiene e ci salva caricandosi dei nostri pesi. Sopra, i luoghi comunitari (sala da pranzo, sala giochi, sala tv, sala studio) e i singoli appartamenti per ogni nucleo, alcuni con la cucina per facilitare le tappe progressive di autonomia e uscita dalla Casa. E poi il salone, da cui idealmente partono i messaggi per la città. Con uno “sguardo dal basso”, per rispondere alle esigenze della vita in tutte le sue dimensioni e come segno della carità della Chiesa di Noto, dal cui grembo la Casa è stata generata.

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Ci si alimenta alle sorgenti del Vangelo negli incontri di lectio divina, nella preghiera comunitaria (ogni sera alle 20 si recitano i vespri e si legge il vangelo del giorno, momento aperto a tutti), il capitolo di Pentecoste (un riunirsi fraterno per capire nell’ascolto della Parola di Dio verso dove lo Spirito conduce).

Un segno la Casa, ma anche una costellazione di segni: oltre la Casa, la Bottega, Villa Polara e Crisci ranni.

Si collabora in modo particolare con le scuole, promuovendo insieme percorsi di formazione per docenti e per studenti sviluppando una comunità di buone pratiche educative.

Si partecipa alla rete per l’inclusione sociale del Distretto 45 e a quanto si attiva per la co-programmazione e co-progettazione di un welfare comunitario e generativo. Per “il bene comune a partire dagli ultimi”.