Educare è difficile, ma anche possibile e bello. Richiede intelligenza, discernimento e amore. Chi partecipa all’esperienza della Casa deve avere coscienza che ogni gesto, parola, azione ha valenza educativa. Questo comporta una consapevolezza diffusa e l’impegno a rapportarsi con gli educatori che sanno bene i passi utili ad ognuno. I bambini occorre metterli al centro, senza mai restare seduti, disinteressati o, peggio, annoiati. Con gli adulti occorre essere attenti e affettuosi, ma anche discreti e capaci di contenimento. Tutto questo non si improvvisa: bisogna lavorare su se stessi, con una disponibilità ad autoeducarsi per imparare ad unire tenerezza e fermezza. Fiorisce allora l’amore vero, oblativo, adulto; e ci si scopre collaboratori di Dio, che resta il primo educatore con tratti precisi che possono essere rintracciati nelle pagine della Bibbia.