La diocesi ricorda mons. Nicolosi. Due celebrazioni, in Cattedrale e alla Casa don Puglisi

La diocesi ricorda mons. Nicolosi. Due celebrazioni, in Cattedrale e alla Casa don Puglisi

La diocesi ricorda mons. Nicolosi. Due celebrazioni, in Cattedrale e alla Casa don Puglisi Casa Don Puglisi

La diocesi di Noto ricorda Mons. Salvatore Nicolosi nel sesto anniversario della sua nascita al cielo, venerdì 10 gennaio, alle ore 18 con la celebrazione eucaristica in cattedrale a Noto, presieduta dal vescovo Mons. Antonio Staglianò. Mons. Nicolosi, per ventotto anni dal 1970 al 1998 ha guidato come pastore saggio e umile la diocesi attuando il Concilio Vaticano II a cui ha partecipato come padre conciliare. Impegno culminato nell’indizione e celebrazione del secondo sinodo diocesano dal 1992 al 1996 sul tema “riscoprire Gesù lungo le nostre strade”, anticipando tanti temi che ora sono di papa Francesco: in particolare una vita cristiana centrata sulle “cose essenziali della fede” (ascolto della Parola, eucaristia, fraternità, poveri); la sinodalità, ovvero il camminare insieme attenti a tutte le voci e nell’apertura al dialogo con le donne e gli uomini del nostro tempo, come essenza della Chiesa; la Chiesa povera e dei poveri che vive la carità come relazione e come accoglienza della visita di Dio, e quindi come fatto teologico, come riconoscimento del volto vero di Dio. In questi giorni è stato spontaneo e commosso il ricordo di chi ha visitato l’abitazione dei suoi ultimi anni, diventata Casa Tobia – luogo di condivisione con diversamente abili in stile familiare – dove è stato allestito un presepe particolare che ha al centro il tema dell’accoglienza dell’altro. Mons. Nicolosi sarà ricordato anche alla Casa don Puglisi di Modica con la celebrazione dell’eucaristia giovedì 9 gennaio alle ore 19,30, presieduta da don Nunzio Distefano, parroco del Sacro Cuore. La Casa deve molto al vescovo Nicolosi che la volle come segno di una carità coraggiosa e relazionale, superando tanti ostacoli, e che sempre l’ha accompagnata con affetto. Ed è quella dell’affetto la cifra che è diventata quasi il testamento di Mons. Nicolosi, che negli ultimi anni della sua vita invitava tutti a lasciarsi abbracciare dalla misericordia di Dio e ripeteva spesso la necessità di sostituire al “Cogito ergo sum” (Penso, dunque ci sono) di Cartesio, che rende sicuri di sè ma individualisti, il “Cogitor ergo sum” (Sono pensato, dunque ci sono) di una carità premurosa, affettuosa, perseverante, corale (Nella foto: Mons. Nicolosi, nominato vescovo da papa Giovanni XXIII durante il Concilio, partecipa alle assemblee della seconda sessione)